Trend di settore carne coltivata come si evolve l'industria

Si può essere ecosostenibili senza rinunciare ad un buon filetto? D’accordo, questa domanda può sembrare provocatoria. Allora mettiamola così: partendo dal presupposto che l’allevamento degli animali è una delle industrie più inquinanti e meno sostenibili, è possibile continuare a consumare carne senza creare danno all’ambiente?

Carne sostenibile è possibile? Il futuro è nella carne coltivata

La società di consulenza internazionale T. Kearney non ha dubbi: “la produzione di carne così come la conosciamo è al capolinea”. Secondo loro nel 2040 solo il 40% della carne venduta in tutto il mondo proverrà da animali vivi; il restante 60% sarà sostituito da sostituti vegetali (oggi solo il 10%) o carne sintetica (oggi ancora in via di sperimentazione).

 

Mangiare carne ecosostenibile oggi e domani

Consumo di carne oggi trend di settore

 

Partiamo da qualche dato inconfutabile:

Il 46% delle terre coltivate a livello mondiale producono mangimi animali, il 37% alimenti, il 6% biocarburanti.

Per produrre 1 kg di carne bovina oggi si utilizzano 15mila litri di acqua, di cui almeno 3000 non possono essere riutilizzati.

Con l’aumento vertiginoso della popolazione mondiale, che ha sempre più facilmente accesso alle proteine animali e al junk food, l’industria della carne è necessariamente insostenibile ed è responsabile, oggi, del 14% delle emissioni di anidride carbonica.

Sebbene i consumatori siano informati e consapevoli del lascito ecologico degli allevamenti intensivi, faticano però ad abbandonare un regime alimentare pesantemente sbilanciato verso le proteine animali, perché finora non hanno trovato alternative valide.

La rivoluzione però è iniziata, il cambiamento è avviato. Aleph Farms è una start up impegnata nello sviluppo della carne sintetica, che ha eliminato tutti gli elementi animali dal terreno di coltura, assicurando quindi agli animalisti il completo rispetto degli animali, adulti, cuccioli e feti. “La nostra tecnologia permette di coltivare un tessuto tridimensionale fatto di cellule di muscoli, grassi, tessuto connettivo e vasi sanguigni (…) In teoria dalle cellule staminali di una singola mucca possiamo produrre tutta la carne che vogliamo”.

Produrre una piccola bistecca nel 2019 costa 50$; solo nel 2013 un piccolo hamburger prodotto dallo scienziato olandese Mark Post costava 250mila$, ed era fatto di sole fibre muscolari. La Aleph Farms conta di iniziare a rifornire i ristoranti entro i prossimi 4 anni.

Altri dati interessanti dell’industria della carne sintetica? Per ogni ettaro utilizzato per la produzione di carne coltivata si potrebbero liberare tra i 10 e i 20 ettari di terra. Secondo studi di ricercatori di Oxford e di Amsterdam, la produzione di carne coltivata emetterebbe il 4% dei gas serra e ridurrebbe i consumi energetici per la produzione della carne del 45%, richiedendo solo il 2% di tutte le terre utilizzate per l'industria dell'allevamento. L'allevamento tradizionale è responsabile del 18% dei gas serra, e causa più danni dell'intero sistema mondiale dei trasporti. 

 

Infografica carne artificiale e sostenibilità

fonte: Internazionale n.1331

Carne coltivata: dubbi e alternative

Quindi problema risolto? Ovviamente no. Ci sono ancora mille dubbi e domande a cui rispondere. E tecnologie da sperimentare. Perché se il dubbio dell’utilizzo dei feti non esiste più , a quanto dichiarato dalla dott.ssa Neta Lavon, biologa della Aleph Farms (per anni si è utilizzato il siero fetale bovino senza garantire il benessere dell’animale, uccidendo una vacca gravida e utilizzando il sangue del vitellino), restano dubbi sull’uso dei conservanti e sulla reale portata nutritiva della carne coltivata.

Resta qualche dubbio per produttori e allevatori. Il settore dell’allevamento coinvolge milioni di famiglie e qualche multinazionale. Per le multinazionali il problema è solo teorico, perché per chi già ha in mano la produzione agricola di mangimi per animali deve solo cambiare strategia e reindirizzare la produzione su sostituti vegetali della carne. I piccoli produttori invece dovranno reinventarsi, ma sappiamo bene che non tutti hanno i mezzi, lo spazio e le capacità per rivoluzionare la propria vita.

E gli allevatori non saranno gli unici a dover rivoluzionare la propria vita. I consumatori sono pronti ad un cambio di paradigma?

In attesa di trovare risposte adeguate noi di Risto3 puntiamo sul territorio e continueremo a rivolgerci agli allevatori trentini per le nostre carni, perché siamo convinti consapevolezza, il giusto equilibrio e una dieta bilanciata che comprenda sia proteine animali che vegetali, siano la strada verso un pianeta più sano.

 

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